Un articolo interessante sui CODA, dal sito della Federazione Svizzera dei Sordi, vi lasciamo un piccolo estratto qui sotto ma vi consigliamo di leggerlo tutto a questo link: CODA: a metà tra due culture

INCONTRARE I PROPRI SIMILI
La sensazione di sentirsi a casa, invece, i CODA la raggiungono in occasione d’incontri con altre persone udenti che hanno genitori sordi. In questo caso non sono tenuti a spiegare nulla, possono scambiarsi idee liberamente, con la consapevolezza di essere capiti. I CODA, però, spesso iniziano molto tardi a confrontarsi con la loro identità.

Thomas Bull giustifica quest’atteggiamento con il bisogno dei CODA di proteggere i loro genitori. Non vogliono che la società pensi che avere genitori sordi rappresenti un problema. Soprattutto, non vogliono che i loro genitori credano che non siano stati in grado di offrirgli il necessario. Una CODA racconta che sua madre all’inizio le chiedeva se la ragione della partecipazione a questi incontri fosse legata ai suoi errori di madre. La risposta della figlia era: «CODA è il mio club per sordi».

 

 

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